Giovedì 15 Maggio
I nuovi dati rivelerebbero una capacita' d'acquisto migliore degli anni bui della crisi. Ma le compravendite, intanto, tornano ai livelli del 1985
Da un lato c'è la conferma del calo persistente delle compravendite, che diminuiscono di quasi il 10% rispetto all'anno scorso; dall'altro c'è però una possibilità di accesso all'acquisto che tende ad aumentare da parte delle famiglie italiane. E' questo lo scenario principale che emerge dal nuovo “Rapporto immobiliare 2014”, lo studio annuale sul mercato delle abitazioni presentato il 13 maggio a Roma e realizzato dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate (Omi) e dall’Associazione bancaria italiana (Abi).
Per quanto riguarda le abitazioni acquistate o vendute, si parla di un totale di 406.928 unità, che rispetto alle 448.364 del 2012 sono in calo del -9,2%. Questo decremento, che nel corso dell’anno ha subito anche un lieve rallentamento, ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%), poi il Sud (-9,8%), il Nord ovest (-8,8%) e il Nord est (-7,5%).
Per dare un'idea di quanto si sia contratto il mercato, si può considerare che la cifra complessiva di compravendite è ben al di sotto delle 430 mila registrate nel 1985, quasi 30 anni fa.
Rispetto ai tagli delle abitazioni, le perdite riguardano soprattutto i monolocali (-10,5%) e le case definite “piccole” (-9%), un po' in tutti i Comuni. Fanno eccezione le abitazioni medio-piccole nei capoluoghi del Nord est, unica categoria a registrare un incremento, pari al +5,6%. In generale, comunque, la tipologia abitativa più venduta è stata la “media”.
Parlando delle grandi città, le compravendite di case nel 2013 sono complessivamente diminuite del 5,5%. Le flessioni più marcate sono a Napoli (-15,2%) e a Genova (-10,3%). Meno accentuato il calo a Roma, -7,3%, mentre a Milano eBologna le compravendite aumentano, rispettivamente del 3,4% e dell'1,5%.
L'altro tema centrale del rapporto è l'indice di accessibilità delle famiglie, elaborato dall'ufficio studi Abi utilizzando i metodi di impostazione anglosassone, e cioè sintetizzando l'analisi dei vari fattori che possono influenzare la capacità delle famiglie di comprare casa indebitandosi.
Secondo questi dati, l'indice nel 2013 è migliorato, ritornando in linea con i valori pre-crisi. Questo andamento è principalmente spiegabile con il miglioramento del prezzo relativo delle case rispetto al reddito disponibile, e più precisamente alla diminuzione del prezzo delle case, ma anche con l’andamento dei tassi di interesse sui mutui.
Il miglioramento delle condizioni di accesso all’acquisto di una abitazione ha riguardato non solo il totale delle famiglie ma anche segmenti di famiglie che continuano a presentare, comunque, speciali fragilità rispetto all’acquisto di una abitazione, e cioè le famiglie di giovani e quelle che abitano nei grandi centri urbani.
Il miglioramento dell’indice di accessibilità trova riscontro anche nella ripresa del mercato dei mutui. Nei primi tre mesi del 2014 le nuove erogazioni, spiega il rapporto, hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013.